Interviste

Ikigai, il Giappone nel disco di Met Fish. Intervista

Ikigai è il nuovo disco di Met Fish che è stato anticipato nei mesi scorsi da Megera, I Notturni, Kintsugi e Vite a Metà. L’album, che è stato annunciato lo scorso anno, esce per Orangle Records e Mendaki Publishing ed è disponibile nei maggiori store online.

Ikigai, di sette tracce, è una raccolta di storytelling che raccontano esperienze personali e storie vissute che hanno lasciato qualcosa di indelebile nell’animo dell’artista. Il mood del disco è principalmente cupo a causa dei temi trattati. Nonostante questo, Ikigai invita a non arrendersi e ad apprezzare anche le esperienze negative che, in qualche modo, ci rendono quello che siamo.

Ascoltando il tuo disco Ikigai, mi è venuto da chiedertelo. Hai sofferto di depressione o problemi di salute mentale negli anni?

Non ho mai sofferto di problemi di salute mentale negli anni, anche se ti confesso che mi piacerebbe avere un confronto con uno specialista, perché credo che la terapia sia un modo per conoscere a pieno se stessi. Inoltre, a volte vivo dei periodi di afasia durante i quali non provo piacere in nulla, nemmeno nel raggiungere degli obiettivi che per me erano ambiziosi e difficili da raggiungere.

Tu sei un ex writer. Quindi diciamo che un pezzo come I Notturni e il fatto che per anni sei stato un fantasma è concepibile. Poi improvvisamente ti sei mostrato e hai parlato di insicurezze. Quanto pesa il ruolo della società nelle insicurezze personali?

Purtroppo, viviamo in una società fatta di stereotipi, i social impongono dei modelli perfetti non soltanto esteticamente, ma anche interiormente, per cui oggi non c’è spazio per le fragilità e i fallimenti, bisogna essere belli e vincenti ad ogni costo. Chi ammette le proprie insicurezze è visto come un individuo di poco valore.

Cosa ti senti di dire ai ragazzi e alle ragazze giovani di oggi che vivono circondati da immagine e trend?

Che l’immagine e i trend rendono le persone tutte uguali, sembrano fatte in serie, stessi ritocchi estetici, stesso modo di vestire, di parlare etc… questo è aberrante. Ciò che posso dire è che nonostante sia difficile, è più bello accettare sé stessi che assomigliare a qualcun altro.

In Ikigai parli di ferite, di solchi. Ti va di riassumere i temi principali che affronti?

Le tematiche principali che affronto sono: la ricerca di equilibrio, la perdita dei genitori, la perdita di amici cari e l’importanza di ritrovare sé stessi. Poi ci sono tantissime altre sfumature che si possono cogliere ascoltando il disco.

Mi dici qualcosa sulla copertina di Ikigai,?

La copertina del disco rappresenta in maniera astratta il concetto di “Ikigai”, ovvero di ragione di vita, rappresenta la voglia di raccontare i propri drammi per essere d’aiuto a qualcun altro che li sta affrontando e questo può essere una ragione di vita.

La copertina di Ikigai si lega al disco e al concept attraverso i colori e le forme astratte, l’”ikigai” è un concetto che si può comprendere solo attraverso un viaggio interiore.

Quale pensi che sarà il feedback delle persone ascoltando il tuo disco?

Spero vivamente che Ikigai venga apprezzato, poiché è un disco che racchiude un pezzo di vita che ho vissuto e rappresenta un’esperienza nella quale mi sono messo a nudo e ho raccontato di me stesso.

Inoltre, l’altra speranza è che possa aiutare le persone che in questo momento stanno attraversando le mie stesse difficoltà.

Ci sono moltissimi riferimenti alla cultura giapponese nel tuo disco.

La cultura giapponese mi ha sempre affascinato, perché lascia grande spazio alla dimensione spirituale e si concentra molto sul perfezionamento interiore, che è un po’ il percorso che ognuno fa nella propria vita. Mi sento vicino a questa cultura e cerco di carpirne gli insegnamenti.

Qual è invece il tuo rapporto con l’Italia e con la cultura italiana?

Il mio rapporto con l’Italia è di amore e odio, è una nazione bellissima, che fa parte del G20 ma che ragiona da provinciale, cha ha tutto ma funziona male, in certi campi è all’avanguardia ma non investe, in più negli ultimi anni è peggiorata drasticamente la qualità della vita.

Ho pensato spesso di andarmene, però come si suol dire:“ogni mondo è paese”, è vero che l’Italia è piena di problemi, ma non credo che all’estero non ci siano. Ho amici che vivono tra Europa, Asia e America, mi hanno detto che nelle nazioni in cui vivono ci sono gli stessi problemi: sicurezza pubblica, sanità, corruzione etc…  in più, è vero che gli stipendi sono molto più alti, però il costo della vita è nettamente superiore rispetto al nostro.

Redazione

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