"Fare Rap Non È Obbligatorio": più di un semplice album, un atto di legacy da parte di Egreen

L’indipendenza e la passione in un nuovo manifesto rap
“Fare Rap Non È Obbligatorio” non è solo il titolo di un album, ma un vero e proprio statement che sintetizza il viaggio di Egreen: da outsider dell’underground a punto di riferimento per una generazione di artisti che vogliono fare rap con consapevolezza e dedizione. Disponibile da oggi, 7 marzo, per Payback Records, il progetto è finalmente pronto a lasciare il segno. Il disco è accompagnato da un’inconfondibile copertina firmata Luca Barcellona a.k.a. Lord Bean, suggellando un progetto che, ancora una volta, mette al centro l’essenza pura del rap e della cultura hip-hop.

Un ritorno alle origini con uno sguardo al futuro
Dopo anni in cui “Fare rap non è obbligatorio” è stato il monito rigoroso di Egreen nei confronti di una scena spesso affollata da artisti improvvisati, oggi il concetto si evolve in una vera e propria celebrazione dell’arte Rap. Con il suo nuovo album, l’artista italo-colombiano ribalta in un certo senso la prospettiva, dimostrando che fare Rap è, invece, una scelta necessaria per chi ha qualcosa di autentico da dire.
Un progetto collettivo e un nuovo slancio artistico
Dopo i suoi ultimi lavori profondamente personali, Nicolàs e Bellissimo, Egreen torna con un disco che mette al centro le barre, l’attitudine e la condivisione. Fare Rap Non È Obbligatorio è un progetto che unisce il talento di ben 18 artisti su 12 tracce. Una dichiarazione d’intenti che riflette l’approccio dell’etichetta indipendente Payback Records, fondata dallo stesso Egreen. Vi consiglio davvero di tenere d’occhio questa realtà e questo progetto che questi ragazzi stanno portando avanti!
In un’industria sempre più orientata a degli standard specifici, questo album si fa manifesto di un modo diverso di intendere il Rap: crudo, diretto e senza compromessi. L’intento è quello di trasmettere un approccio autentico al Rap, guidato da una visione sincera e radicata in una vera attitudine. L’artista, proprio qualche giorno fa, ha pubblicato un post in cui comunicava alla fanbase la visione di questo progetto. Ha dichiarato, tra le varie cose, di aver raggiunto un livello di esperienza, sia artistica che umana, tale da aver maturato l’esigenza di voler lasciare una legacy. L’intento di Egreen è quello di creare quei ponti necessari a portare avanti questa cultura tra le varie generazioni e, perché no, essere per alcuni quello che alla sua generazione è mancato.

L’evoluzione di una carriera coerente
Con una discografia solida e un percorso sempre fedele alla sua indipendenza, Egreen ha costruito la sua carriera senza mai adattarsi alle mode del momento. Dai primi mixtape underground al record italiano di crowdfunding con Beats & Hate nel 2015, passando per esperienze con Sony e ritorni all’autoproduzione, la sua carriera è il simbolo di una resistenza creativa. Il claim “Fare Rap Non È Obbligatorio”, che per anni lo ha reso protagonista di dibattiti, conflitti e schieramenti, talvolta interpretato diversamente da quanto inteso, oggi rappresenta con chiarezza il suo obiettivo: mettersi in gioco e unire una comunità di artisti, dai giovani emergenti ai veterani già affermati. Questo progetto intende condividere i valori fondamentali della passione per il rap, creando un legame autentico tra tutti coloro che ne fanno parte.
Egreen e la nuova scena: un album tra barre crude e talenti emergenti
Egreen è tornato, e lo fa, appunto, con un progetto che conferma ancora una volta il suo ruolo di custode dell’Hip-Hop più autentico. L’album si apre con “TANTI”, unica traccia in cui il rapper italo-colombiano si cimenta in solitaria, senza featuring. Il brano, prodotto da Neazy Nez, è una dichiarazione d’intenti: un’apertura che introduce l’ascoltatore nel viaggio sonoro che seguirà, quasi a voler mettere in chiaro un concetto fondamentale. “Fare rap non è obbligatorio, ma se prendi in mano il microfono, fallo con passione”. Un messaggio che emerge chiaramente anche nel ritornello.
Con “TANTI”, Egreen torna a sputare barre con il suo stile inconfondibile, raccontando le difficoltà di chi ha fatto del rap la propria missione di vita. Il brano racchiude non solo il suo approccio all’hip hop, ma anche la direzione dell’intero progetto.
Tanti, ne ho già visti tanti, passarmi davanti ma in para dura asfaltati altrettanti.
Tanti, vogliono questi palchi, ma quanti negli anni vivranno in pace coi loro rimpianti?
Tanti, adesso siamo in tanti, e se penso alla mia vita è nel foglio che c’ho davanti.
Tu dammi quel cazzo mic e ti spiego come si passa il testimone a chi verrà in sto cazzo di impiego!
Tutte le collaborazioni di “Fare Rap Non È Obbligatorio”

A partire dalla seconda traccia, l’album prende una piega corale: ogni pezzo vede la partecipazione di talenti della scena underground, molti dei quali ancora poco conosciuti dal grande pubblico. Non a caso, qualcuno ha commentato dicendo di conoscere solo i nomi di Squarta e Gabbo, mentre tutti gli altri risultano quasi degli outsider. La risposta di Egreen? “Forse è solo un bene, bisognerebbe dire finalmente!”. Questo album diventa quindi un’opportunità per scoprire artisti di talento, scelti con la consueta cura e coerenza da chi il rap lo mastica da una vita. Ai nerd del genere non potrà che piacere, ma ci auguriamo possa arrivare anche oltre una certa nicchia, perchè il progetto ha davvero un gran bel peso.
Damn Daniel e Peter Wit: una presenza costante
Damn Daniel, artista di Varese sotto Payback Records, compare in più tracce. Lo troviamo in “POZ & MENEGHIN” (prod. Fabio Armato), “PATATE AL CARTOCCIO” (prod. Azukori) e “NURMAGOMEDOV” (prod. Azukori), dove divide il microfono con Peter Wit e Sesto Carnera. Daniel ha già pubblicato il suo disco d’esordio Rap Speculation, mentre Peter Wit ha già all’attivo due EP con Payback Records. Non è quantificabile il numero di barre presenti in queste tre tracce e il peso che ha ognuna di queste.
Roy Zen, Brattini, JayBeeVibes, Deal The BeatKrusher e Riccardino
Roy Zen, altro nome del roster di Payback Records, compare in “BODONI” con Brattini (prod. JayBee Vibes), artista già noto ad alcuni per collaborazioni anche con Esa e Toni Zeno. Roy Zen torna poi in “NON SEI TU”, insieme a Deal The BeatKrusher e Riccardino (prod. Riccardino). “NON SEI TU” è la traccia che chiude l’album. La traccia è proprio lì, a mettere il punto su quanto dichiarato in “TANTI”. Il sacrificio, la mentalità, l’attitudine: fare Rap non è obbligatorio, è una necessità.
Roy Zen ha già messo la firma su diversi progetti, tra cui il suo album L’atterraggio, con Payback Records, che include anche una strofa di Egreen. Tra le sue collaborazioni spiccano anche Maury B e Musteeno. JayBee Vibes torna invece alla produzione per “TRIGLIFO”, traccia che vede protagonisti Chyky e Kay Carter. Questa traccia è una vera e propria manata!
La scena bresciana di “Fare Rap Non È Obbligatorio”: Liffe e Barra1
In “DAILY OPERATION” (prod. Aleaka), troviamo Liffe e Barra1, entrambi di Brescia e freschi dell’uscita di Supercella, dove Egreen è presente nel brano “Rovesci”. Il produttore, Aleaka, è già conosciuto nella scena e ha collaborato con Toni Zeno, Dargen D’Amico, Tony Boy, Brenno Itani, Jack The Smoker, Cali, Anagogia, tra i tanti. Sono sincera, non conoscevo Liffe e Barra1, ma sono stati una bella scoperta!
Squarta & Gabbo: una garanzia all’interno di ogni progetto
“235 U” è una delle tracce più attese, prodotta da Squarta & Gabbo, due nomi che non hanno bisogno di presentazioni. Qui troviamo Andrea Dono, artista attivo nella scena pescarese e Unblasfemo, rapper lucano. Io sarò di parte per il beat, ma qui ci sono delle barre e un groove da paura e questo pezzo manda in fissa. Sono sicura che vi farà lo stesso effetto. One love al Rugbeats Studio, sempre!
Sonny Purini e Zeboh in “KM 0”, Michael Sorriso, Charlie Bronson e Ares Adami
Sonny Purini in “KM 0” non rappa soltanto, ma produce anche la traccia, condividendo il microfono con Zeboh. Su un beat crudo, forte, delle barre altrettanto forti e dirette. Se c’è una parola che ritorna in mente ad ogni brano, quella è “fotta”!
Michael Sorriso appare in “PIETRO MICCA”, prodotto da Luke Beats. Altra gran bella traccia. Mentre Charlie Bronson e Ares Adami si dividono il beat in “QUI PER”, prodotto da The Departed Beats. Eh qui il signor Fantini non le manda a dire affatto. Schietto, dritto al dunque, senza mezzi termini è lui a dire come stanno le cose sul suo conto. Nel supportare Egreen su questa super traccia, Charlie Bronson e Ares Adami non sono da meno. Tra le tracce più potenti dell’album.
Conclusioni su “Fare Rap Non È Obbligatorio”
Con questo disco, Egreen dimostra ancora una volta che il rap è una questione di passione, coerenza e selezione accurata. Un progetto che non solo conferma il suo status di veterano, ma che offre al pubblico la possibilità di scoprire nuovi talenti e apprezzare il lato più crudo e autentico della scena hip hop italiana. Io personalmente sono fan dei progetti in cui i veterani della scena supportano artisti che meritano davvero di essere conosciuti e che dedicano la loro vita a questa cultura.
La sua attitudine resta la stessa, Egreen ancora una volta non delude affatto le aspettative del suo pubblico e si fa trovare in splendida forma sulla traccia. Emerge realmente il piacere puro che l’artista ha riscoperto nel fare il Rap. Egreen riafferma la propria indipendenza creativa e il desiderio di fare musica con la libertà che da sempre lo contraddistingue.
La fotta è davvero l’elemento trainante dell’intero progetto che, a parer mio, fa ben sperare per il futuro. Come ha detto anche Nicolas, siamo in un bel momento di evoluzione e cambiamento e lui, con Payback Records, ci è orgogliosamente dentro fino al collo. Più che recensire l’album traccia dopo traccia, questa volta l’intento era quello di incuriosirvi e portarvi a scoprire da soli la potenza di ogni brano e l’attitudine di ogni artista presente in questo progetto. Spero di essere riuscita nell’intento. Buon ascolto!
Le prime date di “Fare Rap Non È Obbligatorio”
A pochi giorni dall’uscita del disco, l’artista ha già annunciato le prime date live, prodotte da Django Music, che lo porteranno in giro per l’Italia: il 22 marzo al Locomotiv di Bologna, il 27 marzo all’Hiroshima di Torino e il 29 marzo al Circolo Magnolia di Milano. Un ritorno sul palco che, come sempre, sarà sinonimo di energia, connessione e passione viscerale per l’hip hop. Qui il link per le prevendite.