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Il nuovo disco di Amir Issaa: La prossima volta il fuoco. Ispirato all’omonimo libro di James Baldwin.

Il nuovo album di Amir Issaa: un grido di protesta

Amir Issaa torna con il suo undicesimo album da solista, il cui titolo è ispirato all’omonima opera di James Baldwin: La prossima volta il fuoco. Il disco, pubblicato con la sua etichetta indipendente, Hasib Records, è disponibile da oggi, 21 febbraio 2025, in streaming e in vinile. Amir si è ispirato al libro di James Baldwin perchè è uno dei pochi intellettuali che ha avuto la capacità di denunciare la discriminazione razziale nell’America scossa dalle lotte per i diritti civili dei neri. Baldwin, a differenza di altri, è riuscito a farlo con crudezza e poesia al tempo stesso.

Amir Issaa, quindi, ha voluto riprendere l’energia, la rabbia, il grido di protesta di Baldwin e riportarlo nell’Italia in cui viviamo oggi. Amir, in questo disco, avendo trovato molte somiglianze con l’aria che si respirava negli Stati Uniti anni fa, affronta il tema della profilazione razziale in Italia nelle sue varie declinazioni: dal caporalato alla nuova cultura dei ‘maranza’, fino alla condizione degli italiani di seconda generazione. Con queste premesse ha annunciato l’uscita del disco.

James Baldwin: una vita di lotta e consapevolezza

James Baldwin cresce nel quartiere di Harlem durante il periodo della Harlem Renaissance. La sua infanzia è segnata dalla povertà e da un rapporto complesso con il patrigno, mentre sua madre rappresenta una figura determinata che spinge i figli verso l’indipendenza. Presto per lui la scrittura diventerà un bisogno primario.

Nel 1963 James Baldwin pubblica il saggio La prossima volta il fuoco, un’opera che denuncia la persistenza della discriminazione razziale, nonostante l’abolizione formale della schiavitù. Strutturato in due testi, il saggio invita alla consapevolezza senza odio. Nella lettera al nipote, Baldwin esorta suo nipote a credere in se stesso e a rifiutare le etichette razziste imposte dalla società. Critica l’America per la sua falsa innocenza e per la sua incapacità di riconoscere le ingiustizie subite dai neri. Nella sua riflessione politica, invece, Baldwin descrive la criminalità come un destino quasi inevitabile per i giovani afroamericani di Harlem e denuncia il ruolo della religione nell’alimentare le disuguaglianze.

Baldwin sostiene che nessuno può essere davvero libero finché la libertà non sarà garantita per tutti. L’America potrebbe costruire una società più equa, ma continua a mantenere le disuguaglianze per paura della diversità. Il suo messaggio resta attuale: il razzismo persiste, seppur in nuove forme. L’autore invita a superarlo non con la vendetta, ma con la comprensione reciproca, usando l’amore come strumento di evoluzione sociale.

Amir Issaa non è soltanto un rapper

Amir Issaa è nato a Roma, da mamma italiana e papà egiziano. Fin da bambino ha vissuto in prima persona il disagio in casa, causato dalla detenzione del padre, immigrato in Italia. La sua infanzia è stata difficile, ma lui ha avuto la forza, negli anni, di trasformare tutto quel dolore in speranza e rivalsa, per se stesso, per il padre, e per tutti coloro che non riescono ad averne e si trovano in una condizione di difficoltà. Amir ha sempre avuto a cuore anche le lotte per la cittadinanza dei figli di seconda generazione in Italia. Non ha mai accettato un sistema in cui il colore della pelle può determinare la legittimità di una presenza in un paese, a meno che non si sia uno sportivo o una celebrità.

Ha trasformato la scrittura nella sua arma più potente e, per quanto possa sembrare una frase già sentita, per lui la musica, le tag, la break e lo skate non sono mai stati solo una passione, ma strumenti per trovare un’identità e un mezzo di espressione. Amir, però, non si è fermato qui: lo spazio che è riuscito a ritagliarsi lo ha usato per dar voce a chi non viene riconosciuto come parte integrante della società. Il suo attivismo non si è limitato all’Italia: ha portato il suo messaggio oltreoceano, consolidandosi come un vero e proprio movimento culturale.

Amir Issaa è un ponte tra le generazioni

Amir Issaa rappresenta un ponte tra le generazioni, un punto di connessione tra il mondo degli adulti e quello dei più giovani. Inoltre, svolge un ruolo fondamentale nell’educare all’ascolto del rap, un genere che da sempre racconta la realtà senza filtri né schemi preconfezionati, ma con un proprio codice di lettura. È un linguaggio musicale con le sue regole, come qualsiasi altro genere. Negli anni sono cambiati i modi di esprimersi e i concetti stessi, ma prima di puntare il dito contro le nuove generazioni, bisognerebbe concentrarsi sulla violenza e i principi che permeano il contesto globale in cui viviamo. Amir non scrive testi, non scrive libri: scrive ritratti generazionali. E anche questa volta, l’ha fatto.

Nel vivo del disco di Amir Issaa: La prossima volta il fuoco

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I brani prodotti da Ice One

Amir, nell’annunciare il disco, ha voluto fare anche quest’altra premessa:

Nota per gli appassionati dell’Hip Hop più classico: nel disco sono presenti ben cinque brani, dei veri banger prodotti da @iceone_official, che ha saputo stendere sotto alle mie barre un tappeto sonoro potente che martella senza tregua

Benvenuto al mondo

L’album si apre con una sorta di lettera, accompagnata da una produzione magistrale firmata da Sebastiano Ruocco, in arte Ice One. Un pianoforte malinconico fa da sfondo a liriche profonde, in cui Amir ripercorre la sua infanzia e adolescenza nelle periferie romane.

Fin dalla prima barra emerge la difficoltà di sentirsi diversi in una cultura dominante. Amir conosce bene cosa significhi vivere nel limbo dell’incertezza: il ricordo della notte in cui per la sua famiglia arrivò lo sfratto esecutivo, ritrovandosi per strada, è ancora vivido nella sua memoria.

Punta in alto, cerca sempre di studiare, dentro i libri c’è la chiave, sono le ali per volare. Io ancora corro per entrare puntuale, un alunno della vita a scuola in mezzo a queste strade!

Benvenuto al mondo è un invito a prendere atto della cattiveria umana e a non buttarsi giù. Un invito a combattere con la cultura la violenza che predomina il mondo. La speranza, che domina tutto il percorso di Amir, viene ribadita e alimentata sin dalla prima traccia.

Boom Bap

La seconda traccia, anch’essa prodotta da Ice One, è caratterizzata da un sound più hardcore, in puro stile boom bap, che amplifica il messaggio di denuncia dell’artista.

Straniero nella mia nazione, per sentirmi come gli altri ho dovuto cambiare nome. Mia madre ha fatto tutto per vedermi col sorriso, mi ha protetto da una società che già faceva schifo.

Amir racconta il senso di estraneità vissuto nella propria nazione, denunciando le difficoltà incontrate sin dall’infanzia e il sacrificio di una madre che ha cercato di proteggerlo da una società ostile. La capacità di Amir è quella di scrivere parole che suonino forte per chi è diventato adulto e ha vissuto delle situazioni simili e che fungano allo stesso tempo da voce per tutte quelle ragazze e quei ragazzi che le stanno attraversando ora. Attuale come pochi, la lente attraverso cui osserva la società trova forma nei suoi dischi, nei suoi libri, nei laboratori che tiene costantemente. Qui troviamo la citazione a Straniero nella mia nazione, che è il titolo di un vecchio brano di Amir, ma anche di un brano dei Sangue Misto, ovvero la versione originale di quello che sarà poi lo storico brano Lo straniero (Hardcore RMX) in SxM.

Cresciuto nella giungla

Nel quarto brano emerge un tono di autocelebrazione, ma privo di ostentazione. Si tratta di una rivalsa autentica, quella di chi ha sofferto e ha saputo trasformare il proprio dolore in forza. L’orgoglio di chi, attraverso la cultura e l’hip hop, ha trovato uno strumento di emancipazione e condivisione.

Cercando un modo per lasciare qualche traccia, è da quando sono nato qua che ci metto la faccia. Mai tirato indietro, le notti infinite, quando stai aspettando il sole ma lui resta a dormire.

Anche qui abbiamo una produzione firmata Ice One, e non manca quindi il tocco super hardcore, come le parole che Amir ci ha inciso sopra. È evidente, inoltre, la citazione a Scienza Doppia H: il secondo e ultimo disco dei Colle Der Fomento con Ice One. Il riferimento è, in particolare, al brano “Preparati”, proprio con Amir Issaa e Supremo 73, all’epoca conosciuti come i “2 buoni motivi“.

Kris Parker

La settima traccia del disco prende il nome da Lawrence Krisna Parker, il vero nome di KRS-One, rapper, produttore e attivista statunitense. Si tratta di una figura molto influente nella storia dell’hip hop, noto per il suo approccio educativo e il suo impegno sociale. Fondatore del gruppo Boogie Down Productions insieme a DJ Scott La Rock, ha contribuito a definire il rap conscious, affrontando temi come la violenza, l’ingiustizia sociale e la conoscenza di sé. Il suo nome d’arte, KRS-One, sta per Knowledge Reigns Supreme Over Nearly Everyone (La conoscenza regna suprema su quasi tutti), riflettendo la sua filosofia basata sull’educazione e la consapevolezza. Il brano non parla di Kris Parker. Ascoltatelo!

Testimonianze incise con la punta di un diamante, bruciando queste pagine, benzina dentro un marker. Punto in alto il mondo sotto queste scarpe e con ogni mezzo necessario: chiamami Kris Parker.

Nel nome del figlio

Questa è l’ottava e ultima traccia del disco prodotta da Ice One, e sì, è un vero e proprio banger!!! Ogni barra di questo brano è una citazione che presa singolarmente fa riflettere tantissimo. Ha ragione Amir a dire che Seby ha steso sotto le sue barre un tappeto sonoro potente, che martella senza tregua. Il risultato è una vera e propria mina.

La trilogia e il cortometraggio di Amir Issaa

I brani in cui emerge maggiormente la denuncia sono: “La prossima volta il fuoco”, “Nuovi schiavi” e “So fare solo questo”, prodotti da Sinner The Sickest e da Luzee. Questi tre brani, inoltre, vanno a costituire una trilogia, proprio perché raccontano tre storie differenti. Tutte e tre, però, sono emblematiche della condizione delle persone razzializzate in Italia. Questo è ciò che ha portato Amir a realizzare il suo primo cortometraggio musicale. Da oggi, infatti, è possibile trovare su YouTube anche un progetto visuale di 12 minuti. Amir ha voluto sottolineare che in un momento storico in cui l’attenzione degli ascoltatori è sempre più bassa, lui è andato in controtendenza, con l’obiettivo di attirare l’attenzione su degli argomenti importanti. Qualcuno dovrà pur farlo!

Title track: La prossima volta il fuoco

Questo brano è più che esplicito: è uno schiaffo morale. Prodotto da Sinner The Sickest, è un manifesto moderno di quella che è una questione tanto attuale quanto ben radicata nel passato.

Sono l’uomo nero nella vostra ninna nanna, prima ero il terrone adesso mi chiami maranza. L’uomo nel mirino da quando ero nella pancia, figlio di un’Italia che barcolla e non avanza. Sono ogni bambino che vorrebbe essere amato e si sente rifiutato, e da grande odia lo Stato. Sono quello sporco, sono quello diverso. Sono il mostro che vedi quando ti guardi allo specchio. Questa pelle è una gabbia, la nostra condanna, schiavi di una bandiera e di una cittadinanza. Questa pelle è una gabbia, è una madre che scappa e che abbandona i suoi figli: li mette al mondo e poi li uccide con i suoi artigli!

La pelle, una di quelle cose della vita che non scegli tu, ma che sceglie per te. Un vestito cucito addosso dalla natura e che l’essere umano ha trasformato in pregio o difetto, a seconda della circostanza e della sfumatura. Cercare ricchezza nella diversità, ad oggi, dovrebbe essere la condizione naturale dell’individuo, eppure troppe ancora se ne sentono per poterlo dare per scontato. E questo brano, in cui Amir è la voce di mille volti, arriva dritto e forte al cuore. Amir diventa la voce di chi, pur essendo nato e cresciuto in Italia, continua a lottare per il riconoscimento della propria identità. Amir parla di storie vere, sempre.

Sono Luca Neves nato a Roma, ancora lotto per un documento per non vivere nascosto. Sono Queen Latifah cambio il gioco: per farlo non chiedo il permesso a nessun uomo!

So fare solo questo

Se qualche docente o genitore dovesse mai leggere questo articolo, consiglio di chiudere gli occhi e ascoltare il brano in questione. La quinta traccia è per tutte le ragazze e i ragazzi seduti all’ultimo banco. Va a tutte le bambine e i bambini esclusi. A chiunque si sia sentito, anche solo una volta, fuori luogo e giudicato, dal lato sbagliato. Per tutti quei giovani che a scuola o nei luoghi pubblici ancora non riescono a sentire neanche il loro nome o cognome pronunciato per bene. Un messaggio di speranza e una dichiarazione di disagio interiore che accomuna tutte quelle persone che nelle rime hanno trovato una casa, un’identità. Per tutti coloro che l’amore l’hanno trovato nell’Hip Hop. Il brano è un vero e proprio storytelling, su una base prodotta da Luzee.

So fare solo questo. Mettere parole su una base mi fa sentire qualcuno anche se a scuola vado male. Tutte le volte che ho provato a fare il bravo, mi hanno fatto sentire giudicato. Volevo solo essere amato e mi ritrovavo seduto sempre dal lato sbagliato, e ora so fare solo questo: uso l’unico talento che tu non mi hai chiesto!

Nuovi schiavi

Traccia numero 6: qui emerge ancora di più la parte di denuncia politica e di riflessione in merito al sistema marcio in cui siamo immersi. In questo brano, prodotto da Sinner The Sickest, si respira malinconia e si prova dolore per le parole di Amir. È un brano che tocca nel profondo e porta inevitabilmente ad un esame di coscienza a chiunque schiacci play. Siamo nuovi schiavi è il titolo, ma è un’esclamazione che risuona attualissima, purtroppo, ancora per tantissime persone. Ogni barra di questo brano è un grido di forte denuncia. Amir chiude il brano con una preghiera a Satnam Singh e una serie di servizi giornalistici in sottofondo che annunciavano la morte atroce del bracciante indiano, abbandonato fuori casa dopo un incidente sul lavoro, proprio dal suo padrone. Non leader, non capo: padrone di uno schiavo. E si, è successo in Italia: a Latina.

Rap Therapy: Amir Issaa affronta il tema della salute mentale

Nel nono ed ultimo brano, Amir Issaa si mette a nudo come mai prima d’ora, affrontando per la prima volta il tema della salute mentale. Parlare di questo argomento non è mai semplice. Da bambini e adolescenti, si tende spesso a trattenere tutto dentro, convinti di dover affrontare le difficoltà da soli. Amir ha avuto un periodo in cui faceva diversi sogni che lo hanno in qualche modo segnato. In quel periodo lui scriveva su carta tutto ciò che sognava. Oggi, ha unito quegli scritti e ne è uscito fuori questo brano.

Questa canzone ha una forza catartica straordinaria. Lo è stata per Amir nel raccontarsi, per me nell’ascoltarla, e spero possa esserlo per chiunque la ascolterà. Ogni adulto dovrebbe prendersi il tempo di ascoltarla e condividerla con i più giovani, perché certi messaggi hanno il potere di farci sentire meno soli.

La traccia è stata prodotta da Qael, producer di origini molisane, che ha prodotto anche l’EP “New Balance” del 2024.

Conclusioni

In mezzo al caos della vita e alla bolla dei media, diamo troppe cose per scontate. Tipo il razzismo: davvero pensiamo che sia un problema risolto? Che certe violenze siano solo ‘violenza’ e basta? Beh, non è così. E anzi, politica e media continuano a soffiare sul fuoco.

La violenza non è solo fisica. Nascere qui e sentirsi comunque straniero è una ferita che pesa. Essere visti come un problema solo per il colore della pelle è una realtà che ancora esiste, ogni giorno. James Baldwin lo scriveva già 60 anni fa, parlando di amore contro odio. Se oggi il suo pensiero risuona così forte nel nuovo album di Amir, allora vuol dire che di strada da fare ce n’è ancora tanta.

Vi consiglio davvero di ascoltare questo disco e di guardare il cortometraggio su YouTube. Fateci sapere le vostre opinioni a riguardo sui social!

Michela Motta

Michela Motta, nasce nel '99 in Molise. Laureata in marketing e comunicazione d'impresa, cerca di unire queste competenze con la sua passione per la musica. Si avvicina al Rap all'età di 7 anni con l'uscita di "Tradimento" di Fabri Fibra, per puro caso, non capendone assolutamente nulla. Poco dopo ha cominciato ad appassionarsi all'intera cultura Hip Hop, amandone ogni sfaccettatura ancora oggi.

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