Cronache De Roma, Dj Exy unisce la nuova e la vecchia scena Capitolina

Cronache De Roma è il progetto visionario di Dj Exy che punta a celebrare l’identità musicale della capitale.
All’interno dello stesso disco, il Dj e Producer romano, ha saputo miscelare artisti Hip Hop della nuova e della vecchia scena di Roma.
Il risultato è sorprendente. In questa intervista sul Rappuso abbiamo cercato di chiedergli qualcosa di più sul disco, sulla nascita del concept e su come sia nato effettivamente Cronache De Roma.
Partiamo dal principio. Quando e come ti sei avvicinato al mondo della musica e del djing?
Ero ancora un bambino, ricordo che mio padre era molto appassionato di musica, soprattutto genere Rock e dalla musica italiana.
Da lì ho iniziato a sentire, sempre grazie alla sua influenza, gruppi come i Pink Floyd, Rolling Stones, Beatles arrivando ad artisti come Rino Gaetano, Battisti e altri grandi classici.
L’amore per l’Hip Hop, invece, è nato quando ascoltai per la prima volta la cassetta dei Run Dmc e dei Beastie Boys.
Da lì qualcosa è cambiato. In Italia, ai tempi giravano molto gli Articolo 31 e fui subito innamorato del dj, di come screcciava e faceva suonare quei technics. Avevo circa 13 anni quando iniziai a praticare il djing e ottenni la mia prima console.
Guardavo per ore, Dj Gbert e cercavo di imitare la magia che creava con quei giradischi.
Iniziai ad appassionarmi sempre di più in seguito nel produrre beat, anche se in quegli anni fare musica era veramente difficile, a causa della mancanza di internet.
Ricordo che andavo in piazza Flaminio a comprare i dischi di drums per campionare o nei vari mercatini per cercare i dischi più strani dove prendere le melodie. Erano altri tempi, possiamo dire, ma tutta questa ricerca mi ha aiutato ad avere un bel bagaglio musicale.
Cronache De Roma è in pratica il tuo primo disco ufficiale. Come mai arriva solo ora? Dopo così tanti anni che fai musica?
Questo progetto l’avevo in testa da molti anni. Il problema è che quando avevo provato a farlo, l’hip hop stava quasi scomparendo perché la Trap aveva preso il sopravvento.
Erano anni un po’ strani, forse non capivo il cambio generazionale o non comprendevo in pieno quel tipo di musica.
Poi è arrivato il covid che ha cambiato e rallentato tutto.
Finita la pandemia mi sono messo a riascoltare alcuni vecchi pezzi, alcuni brani storici dell’Hip Hop e mi è venuta la voglia di tornare a produrre e di portare avanti quel famoso progetto a cui pensavo da anni, la genesi di quello che sarebbe poi diventato Cronache De Roma.

Come mai un disco proprio con questo concept?
Cronache De Roma nasce quasi per caso. Dopo che ripresi a produrre un tipo di sound “classico” il mio amico Fetz Darko mi disse che sarebbe stato figo risentire vecchi nostri amici storici romani su un tipo di beat così.
Allora, quasi per gioco iniziammo a sentire un po’ di rapper e cercare di creare un qualcosa di totalmente Romano.
L’idea era principalmente far sentire e magari far conoscere il sound romano che ci ha sempre caratterizzati. Miscelare la vecchia generazione di rapper storici con la nuova generazione e far sentire a tutti, che a Roma l’hip hop è ancora vivo e suona forte ancora.
Come hai scelto chi avere o no nel disco? Immagino sia stata dura perché Roma è piena di talenti.
Inizialmente volevo fare un disco con tutti i rapper che sposavano la mia idea per dare spazio a tutti.
Ma poi mi sono reso conto che erano veramente tanti e che, magari, il sound di questo primo disco non era nelle corde di tutti.
Volevo come primo lavoro un disco molto crudo e underground; quindi, ho fatto delle scelte puramente pensando a chi potesse calzare bene con la mia visione del progetto, ma anche stilisticamente col tipo di suoni che volevo io.
Ma il mio obbiettivo è continuare e fare ogni volta un Cronache de Roma, magari con suoni sempre diversi, con tutti gli artisti che saranno disposti ad abbracciare il mio progetto. Quindi non nascondo il fatto che forse ci sarà un seguito.

Il disco esce per Kira Records. Si tratta della tua etichetta?
Si. La Kira Records è nata intorno al 2014. Si tratta di una piccola etichetta che ha come obbiettivo spingere e divulgare la musica degli artisti indipendenti. È un progetto che a me sta molto a cuore, perché in un mondo dominato di numeri e persone ciniche voglio creare qualcosa di genuino e senza lucrare sulle spese dell’artista, ma dargli la possibilità di uscire e fargli trovare la sua strada.
Cosa ti aspetti da un disco come questo? Quale credi che sarà il feedback delle persone?
Spero che Cronache De Roma vada bene, ma non in senso economico. Spero che diventi virale e che, soprattutto, la generazione di oggi, che magari ascolta o fa questo tipo di musica, possa apprezzare e sentire decenni di musica di artisti.
Artisti che, almeno per me, hanno fatto la storia.
La mia speranza è che un disco come Cronache De Roma possa cambiare la vita dei ragazzi o per lo meno dargli un motivo in più per fare ciò che vogliano ed esprimere sé stessi. Questo disco è visionario, ma spero possa arrivare a stimolare le skills giuste o le emozioni di chi lo ascolta.
La musica mi ha salvato. Spero che questo disco possa essere d’aiuto a chi ha bisogno di aiuto.

Sei tornato anche per questo no? Perché la musica è parte essenziale della tua vita.
La musica mi ha salvato la vita e non è solo una metafora. Mi ha aiutato ad affrontare momenti che credevo di non poter mai superare.
Negli ultimi anni, prima e dopo il covid, mi ero perso. Ma lei di sottofondo c’è sempre stata. E ora è come se fossi in debito con lei anche se credo che non saremmo mai alla pari. La musica mi da la forza di andare avanti e dare un sostegno o una mano a chi come me ha affrontato momenti duri.